Di Masanaka Yokota*

Nel cercare di comprendere i fenomeni dell’universo, Aristotele si diceva convinto che tutto ciò che si muove è mosso da altri e non si muove da solo. Capendo che sussistono interferenze tra gli strati terrestri e celesti, aveva assunto che vi dovesse essere un motore esterno, eterno, immateriale  e immobile – per il quale si attiva il reciproco influsso tra gli elementi del cosmo.

Oggi noi sappiamo che la realtà è ben diversa da come Aristotele la immaginava e l’uomo ha sicuramente una sua responsabilità rispetto ai “mutamenti del mondo”. La scienza ci ha portato a conoscere tantissime nozioni accurate e affidabili sul perché del moto terrestre e celeste. Eppure, quando siamo alle prese con le nostre esperienze quotidiane, capita a volte che ci comportiamo come se non avessimo la consapevolezza e quindi non percepissimo la responsabilità rispetto alle nostre azioni sia come singoli che come comunità – e a quello che esse possono determinare.

Spesso ricerchiamo le colpe del mancato successo o le leve per conseguire i risultati al di fuori del nostro mondo (reparto, impresa…), senza renderci conto che è come voler attribuire la capacità di determinare il nostro movimento (evoluzione, successo) esclusivamente a un motore immobile.

Se dovessi citare un punto di forza delle aziende giapponesi direi che sta proprio nella comprensione che il punto di forza è nelle persone, che sono i motori mobili– o meglio “non immobili” – dell’organizzazione d’impresa.

Esse possono attivarsi reciprocamente grazie alle conoscenze, agli strumenti, ai metodi, ma soprattutto sulla base di una comune prospettiva che maturi nel pensiero di ogni risorsa l’energia e la determinazione a realizzare per sé e per gli altri il successo nella continuità dei risultati nel medio-lungo periodo.

Guardando all’esperienza giapponese, non posso non rilevare che ogni azienda di successo ha sviluppato sistemi di gestione e organizzazione del lavoro distinti, ma possiamo dire che esistono dei fattori che le accomunano: il rispetto dei principi è secondo al rispetto per i colleghi e i clienti (persone). Perciò non si tratta solo di principi e rigore, ma piuttosto di motivazione e coinvolgimento, ossia di formazione, esempio ed esperienza.

Intraprendere un percorso Lean significa adottare riferimenti pratici, stabili e condivisibili per dare significato e riconoscibilità (valore e qualità) all’impegno di ogni lavoratore – qualunque sia il ruolo che svolge nell’azienda e nella vita o nella società.

… mi auguro pertanto di poter contribuire utilmente alla determinazione degli imprenditori e dei manager italiani a farsi motore non immobile per la propria impresa.

*introduzione all’annuale Lean Day organizzato da FondazioneCUOA (2016)